Gli animali hanno un’anima?
- Alessia Notari

- 24 set
- Tempo di lettura: 3 min

Da millenni l’essere umano si interroga su questa domanda: siamo davvero l’unica specie dotata di un’anima, oppure anche gli animali custodiscono in sé una scintilla eterna? Le tradizioni religiose e spirituali hanno dato risposte molto diverse.
In Oriente, per esempio, l’induismo e il buddismo considerano gli animali parte del grande ciclo della vita e della rinascita, esseri senzienti che provano sofferenza e meritano compassione. Nel pensiero occidentale, invece, filosofi come Cartesio li vedevano come semplici “macchine biologiche”, prive di interiorità. Ma già Darwin, e poi tanti etologi moderni, hanno notato comportamenti di empatia, gioco, lutto e amore che ci parlano di una vita interiore che non può essere ignorata. Oggi anche le neuroscienze ci dicono che molte specie condividono con noi i circuiti emozionali alla base di sentimenti come gioia, paura e affetto: non solo cani e gatti, ma anche elefanti, cavalli, delfini e perfino alcuni uccelli.
Eppure, al di là di studi e teorie, ci sono esperienze che parlano direttamente al cuore. Per me è stato così con la mia bassottina, Fahrah. Aveva una malattia che le ha attaccato il sistema immunitario da quando aveva due anni in tutti i modi possibili ed immaginabili, e per tanti anni me ne sono presa cura con amore e attenzione costante. Guardarla negli occhi era come specchiarmi in un’anima unica, un tutt’uno fatto di presenza, di amore puro, di complicità silenziosa. E nonostante oggi non ci sia più fisicamente, la sento ancora vicina: come se il legame che ci ha unite non potesse finire con la sua partenza.
Questo mi ha portata a riflettere sul posto che gli animali hanno nelle nostre famiglie. Ci sono case dove un cane o un gatto non sono soltanto compagni di giochi o responsabilità quotidiane, ma veri membri della famiglia: come un figlio, uno zio, qualcuno con cui condividere la vita e a cui dare spazio autentico, pur mantenendo confini sani e consapevoli. In fondo, chi ha vissuto accanto a un animale lo sa: non si tratta soltanto di “dare da mangiare” o “portarlo a spasso”, ma di lasciarsi trasformare da quella relazione fatta di presenza costante e amore gratuito.
Anche i gatti, spesso descritti come distaccati, sanno sorprenderci. Non saltano festosi come i cani, ma trovano modi sottili e delicati per mostrare il loro affetto: uno sguardo, un avvicinarsi silenzioso, il cercare la tua vicinanza nei momenti più inaspettati. E in quegli attimi ti chiedi: com’è possibile pensare che solo noi esseri umani abbiamo un’anima?
La verità, forse, è che la risposta non può essere chiusa. Ci sono visioni religiose che sostengono l’unicità dell’anima umana, e altre che ci invitano a riconoscere un soffio vitale in ogni creatura. Nel Vangelo non troviamo un trattato sugli animali, ma sappiamo che Cristo parlava attraverso parabole tratte dalla natura, che si muoveva tra campi e greggi, che citava "Neanche un passero cade a terra senza che il Padre vostro lo voglia". E poi c’è l’esempio di San Francesco d’Assisi, che chiamava fratelli gli uccelli, i lupi, e persino il sole e la luna. Una voce che ci invita a guardare oltre la separazione e a sentire che forse il mistero dell’anima non si ferma davanti a nessuna forma di vita.
Allora, la domanda rimane aperta: gli animali hanno un’anima? Forse la risposta non sta solo nei libri o nelle dottrine, ma nello sguardo che scambiamo con loro, in quell’amore sconfinato che ci attraversa e che, per un istante, ci fa percepire di essere parte di un’unica, grande anima universale.
n.d.r.: Questo articolo è dedicato a Fahrah e a tutte quelle preziose creature che ogni giorno ci insegnano l’amore incondizionato, ricordandoci che l’anima parla in molti linguaggi, e il loro è uno dei più belli e puri.
Per chi cerca strumenti di risveglio e consapevolezza: #ilprontosoccorsodellanima



