I centri energetici del corpo: un ponte tra tradizione e scienza
- Alessia Notari

- 12 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 lug

C’è un linguaggio sottile che abita dentro ognuno di noi. Un linguaggio che non si esprime con le parole, ma con sensazioni, vibrazioni, emozioni. È qualcosa di antico, che le culture spirituali d’Oriente conoscono da millenni e che, oggi, anche la scienza moderna comincia a riconoscere. Parla dei nostri centri energetici, quei vortici invisibili che attraversano il corpo e che influenzano in profondità come ci sentiamo, come viviamo, come stiamo al mondo.
Nella tradizione induista vengono chiamati chakra, una parola sanscrita che significa “ruota”. Spirali luminose che si muovono lungo la colonna vertebrale, dalla base fino alla sommità del capo. Ogni chakra ha tradizionalmente un colore, una vibrazione, un significato tutto suo. C’è, ad esempio, il chakra della radice, che riguarda il senso di stabilità, le nostre radici, la sicurezza. Poi c’è quello del cuore, che ci apre all’amore. Quello della gola, che ci aiuta a esprimere la nostra verità, senza paura. E si prosegue così, fino al chakra della corona, che ci connette a una dimensione più alta, spirituale, universale.
Anche il buddhismo tibetano parla di questi centri, chiamandoli khorlo, e li integra profondamente nelle sue pratiche meditative. Persino nello Zen, dove non esistono nomi specifici o colori, si parla chiaramente di un’energia vitale che scorre nel corpo, e dell’importanza di armonizzarla attraverso la postura, il respiro, la presenza. In fondo, ogni cultura che ha avuto rispetto per il silenzio e l’interiorità ha intuito l’esistenza di questa dimensione energetica.
Ed è bellissimo osservare come, oggi, queste conoscenze antiche stiano trovando corrispondenze anche nella scienza. La fisica quantistica, infatti, ci dice che tutto è energia: ogni particella è anche un’onda, e la materia non è altro che energia “condensata”, resa più densa. Questo significa che anche il nostro corpo è parte di un campo vibrazionale in continuo movimento.
Non siamo solo carne, muscoli e pensieri
Siamo vibrazione
Siamo frequenze
Siamo luce in forma umana
E allora, come possiamo prenderci cura dei nostri centri energetici? Non servono gesti complicati o chissà quali strumenti. A volte basta davvero poco. Un po’ di silenzio. Un respiro consapevole. Una passeggiata in natura, che ci riconnette alla nostra vibrazione originaria. Un momento per sé, per ascoltarsi. Una frase detta con il cuore, ogni mattina, davanti allo specchio:
“Io sono luce. Io sono presenza. Io sono energia. Io sono amore.”
Perché le parole che ripetiamo hanno un peso energetico. Ogni pensiero, ogni emozione, ogni gesto contribuisce a nutrire (o indebolire) il nostro campo vitale. Per questo è importante ricordarci, ogni giorno, di elevare la nostra frequenza. Non per essere perfetti, ma per essere presenti a noi stessi. Ascoltare i propri centri energetici significa diventare consapevoli di dove la nostra energia è bloccata, dove è in eccesso, dove ha bisogno di fluire meglio. È un modo concreto e amorevole per abitare il nostro corpo e la nostra vita con più autenticità.
Non si tratta solo di spiritualità. Si tratta di cura, attenzione, amore per sé. E se è vero che l’equilibrio parte da dentro, allora forse dovremmo vederlo come un piccolo impegno personale, quotidiano: quello di creare uno spazio – anche piccolo – per il nostro benessere. Per ascoltarci. Per sentirci. Per ricordarci chi siamo davvero.
Perché in fondo, siamo molto più di ciò che pensiamo.
Siamo energia viva, in cammino verso la nostra essenza più luminosa.
Per chi cerca strumenti di risveglio e consapevolezza: #ilprontosoccorsodellanima



